Recensione di Bellagrand. Dove nasce il sogno di Paullina Simons

 


Bellagrand. Dove nasce il sogno di Paullina Simons

Editore: Rizzoli

Genere: Historical romance

Uscita: 26 marzo 2024

Pagine: 717

Trama

Dopo Figli della libertà, prequel della fortunata trilogia del Cavaliere d’inverno, Paullina Simons racconta un nuovo capitolo delle vite di Gina Attaviano e Harry Barrington, consegnandoci un romanzo che vibra di passioni e ideali.

America, prima metà del Novecento. Tra strade infiammate dagli operai in rivolta e l’eco della Rivoluzione russa che promette la libertà dall’oppressione del capitalismo, Gina e Harry rincorrono il loro amore, che sembra non avere futuro. Troppo diversi i loro mondi, troppo lontane le loro aspettative: lei, immigrata dalla Sicilia quando era ancora una ragazzina, è tutta concretezza e istinto; lui, rampollo di una facoltosa famiglia con cui ha tagliato i ponti, è un sognatore infervorato dall’utopia comunista. Mentre Gina lavora fra la sala rammendi di uno stabilimento tessile e le pulizie a casa di gente facoltosa, Harry inneggia alla lotta del proletariato dal palco di un comizio e sostiene la propaganda scrivendo per giornali che non lo pagano un centesimo. Gina vorrebbe la rivoluzione del pane, una vita tranquilla e un figlio. Harry è pronto a sacrificare tutto per un ideale più alto delle piccolezze del quotidiano. Quando il radicalismo di Harry lo fa finire in carcere con il rischio di restarci per dieci anni, Gina ha solo una possibilità per salvare suo marito: chiedere aiuto al padre di lui, Herman Barrington, ricco industriale che è l’incarnazione stessa del capitalismo. È in quel momento che Herman offre alla giovane coppia il sogno di una nuova vita in Florida, a Bellagrand, in una villa bianca come la sabbia e l’innocenza. Sembra la promessa del paradiso, e forse lo è. Basterebbe rinunciare alla rivoluzione e scegliere l’amore… ma quale? Quello romantico, così forte da scalare una montagna di fango? O quello per la politica, che minaccia di far crollare tutto?

Recensione 

Questo è il secondo volume della saga di Figli della libertà. Dopo il finale dolce-amaro del primo libro, ci ritroviamo con una Gina disillusa e amareggiata,a pur sempre ottimista. Ha scoperto nel peggiore dei modi che nemmeno il vero amore può sconfiggere la rabbia e la povertà. La famiglia di Harry non l'ha perdonato per aver annullato il matrimonio e aver sposato Gina in gran segreto. È stato diseredato ma nemmeno la mancanza di fondi ha scalfito la sua mancanza di ambizione e soprattutto la sua scarsa voglia di lavorare. Non ho apprezzato il personaggio di Harry nel primo libro soprattutto a causa della sua continua indecisione e il tradimento nei confronti della sua fidanzata. Per le continue bugie all'amico d'infanzia Ben e per il modo in cui ha rovinato la vita di Salvo, il fratello di Gina, senza remore e senza rimpianti. Nel secondo libro l'ho trovato anche peggio. Un nullafacente che si appoggia al duro lavoro di Gina e della sua famiglia, passando il tempo a leggere e a discutere di politica con gli amici. Più e più volte ho cercato di capire cosa ha spinto Gina, una ragazza solare, intraprendente, intelligente e simpatica a innamorarsi di Harry. Ma l'amore non è forse così? Cieco e sordo ai consigli e alla verità? 

Forse questo libro e il precedente non sono la favola romantica a cui Paullina Simmons ci ha abituati con Il cavaliere d'inverno o altro suoi libri. Questo è un romanzo storico in cui possiamo intravede uno scorcio dell'America in continua mutazione, del clima politico ed economico in cui i ricchi americani e gli immigrati lottavano con le unghie e con i denti per trovare il proprio posto in questo mondo in continua espansione. Come nei precedenti libri anche questa volta l'autrice mostra una chiara denuncia politica e sociale sul clima puritano, razzista e classista degli Stati Uniti.

I sogni dei due protagonisti si scontrano ancora e ancora con una realtà violenta e fatta di scelte difficili. Dovranno ancora una volta decidere se è più importante l'amore o gli ideali politici. 

La scrittura di Paullina Simmons è sempre molto scorrevole e coinvolgente ma nonostante la bravura dell'autrice mi sono dovuta scontrare più volte con l'antipatia per il protagonista maschile. Non è mai stato facile per me innamorarmi di un libro senza amare anche i personaggi. In questo caso non sono riuscita a empatizzare con nessuno di loro. Nemmeno Gina è stata facile da comprendere per le sue scelte di vita e la frivolezza con cui si approccia al marito. Una donna così appassionata e intelligente che si prostra più volte ai piedi dell'egoismo di un uomo pigro.

Gina non si è mai assunta la responsabilità delle sue azioni e ha delegato al destino le scelte da prendere. Se dovessi trovare un insegnamento da trarre su questo libro direi che tutti noi dobbiamo prendere il controllo della nostra vita, di lavorare duro per creare i risultati che vogliamo perchè nessuno ti regala niente e di non lasciare il futuro nelle mani del caso o dei segni del destino. Eppure non posso dire di aver trovato questi due romanzi noiosi, anzi mi sono lasciata trasportare dalla storia della famiglia Ottaviano e da una ambientazione ben sviluppata. 

Se pensate di trovare le scene piccanti che erano la caratteristica fondamentale di Il cavaliere d'inverno, allora vi devo dare una brutta notizia perchè qui non c'è ne sono. Questo è un romanzo senza pepe e senza lacrime. 

Quindi lo consiglio a chi cerca romanzi storici senza una parte romantica predominante. A chi cerca storie d'amore disperate e che spezzano il cuore senza desiderare a tutti i costi il lieto fine. Sicuramente non è il libro adatto a chi ha amato profondamente la trilogia di Il cavaliere d'inverno. Questi libri sono per un pubblico diverso, più ruvido e meno sdolcinato.

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