Recensione di Rouge di Mona Awad

 


Rouge di Mona Awad

Editore:Fandango Libri

Età di lettura:Young Adult

Pagine:420 p., Brossura

In commercio dal:10 maggio 2024

Trama 

Rouge è Biancaneve che incontra Eyes Wide Shut, una surreale discesa nel lato oscuro della bellezza, nell’invidia, nel dolore e nel complicato amore tra madri e figlie. Con umorismo nero e un horror seducente, Rouge racconta l’industria della bellezza, e il pericolo a cui tutt* andiamo incontro di interiorizzare il suo sguardo spietato. Baciato dal sole della California, ma macchiato dal rosso sangue delle rose, Rouge scandaglia il nostro rapporto con la mortalità e bellezza, trascinandoci in una suggestiva favola gotica dove nulla, ma proprio nulla è come sembra.

Recensione 

La madre di Mirabelle, Noelle è appena morta. È caduta da una scogliera e ora la figlia deve sistemare le sue proprietà, tra cui un negozio di abbigliamento e la casa, ma scopre presto che la madre aveva tanti debiti. Ha già venduto il negozio e la casa ha tantissimi lavori di ristrutturazione da completare prima di poter essere venduta. Mirabelle è ossessionata dai prodotti di bellezza come lo era anche Noelle. Con uno stile di scrittura gotico e misterioso l'autrice ci porta attraverso il difficile rapporto tra madre e figlia e una chiara critica all'industria della bellezza e alle sue norme assolutamente impossibili da rispettare. Mirabelle è per metà egiziana e si è sempre sentita invidiosa della perfetta bellezza occidentale della madre e incapace di conformarsi ai suoi altissimi standard di bellezza. Per questo segue ossessivamente video di influenzer che promuovono esfolianti di tutti i tipi e che lei prova in modo ossessivo.

Mi sono ritrovata a metà lettura con un senso di angoscia senza capire dove la storia mi stava portando. Tra realtà e sogno in una rappresentazione di come la ricerca della bellezza a tutti i costi corrode le persone. Ho apprezzato la denuncia alla tossicità degli standard di bellezza irraggiungibili ma devo ammettere che questo tipo di romanzi psicologici così strutturati non è il mio genere preferito. Apprezzo la critica che la Award tesse in ogni pagina e il genio creativo di questa storia che richiama la fiaba della bella addormentata e della regina che chiede ripetutamente alle specchio chi è la più bella. Questo libro è una favola gotica oscura che ti prende allo stomaco e ti costringe a riflettere su come le aziende di cosmetici sfruttino le nostre ossessioni sulla perfezione per arricchirsi. Questo racconto punta lo sguardo sull'invidia, il razzismo, l'ossessione, il lutto, le relazioni tossiche tra donne e non è facile da mandare giù. È il primo libro che leggo di Mona Awad e avevo sentito parlare del suo stile unico. Non è una lettura adatta a me ma posso solo apprezzare la bravura di questa scrittrice. 

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