Le guerriere dal sangue d'oro recensione

 


Buongiorno Meraviglie 🥰

Oggi vi parlo di un libro in uscita oggi, ringrazio Mondadori per la collaborazione e le ragazze che partecipano al review party. Trovate le recensioni anche sui loro blog, nella foto con le date.

Le guerriere dal sangue d'oro

Mondadori
Fantastica
2021
30 novembre 2021

288 p., Rilegato
Young Adult


Recensione
 


Ci troviamo nel regno di Otera, un mondo in cui le donne non possono essere altro che mogli e madri. Devote agli uomini in ogni aspetto della propria vita. Nascoste alla vista da maschere e da strati di vestiti, sottomesse e pure nella mente e nel cuore. Impossibilitate a lavorare devono rendere la vita degli uomini più semplice. Sono tenute, inoltre, a compiere un rito di sangue per dimostrare di avere il sangue puro.


《Le Saggezze infinite proibiscono la corsa, come tutte le altre cose che non preparano le ragazze al matrimonio e al servizio della famiglia. Quindi le ragazze non possono urlare, bere, andare a cavallo, andare a scuola, imparare un mestiere o a combattere, uscire senza un tutore maschio. Non possiamo fare nulla che non sia in qualche modo legato all’avere un marito e dei figli o al servirli. L’anziano Durkas ci diceva sempre che il fine ultimo era insegnarci a vivere una vita felice e giust. E se invece lo scopo fosse stato metterci in gabbia?》


Deka vive con il padre, la madre è morta di febbre rossa da poco tempo e le cose sono state molto difficili da allora. Incombe su di lei il rito di sangue in cui un sacerdote di Oyomo inciderà la pelle per verificare il colore del suo sangue. Per nessuna ragione le cose dovranno andare storte. Il paese e i parenti non hanno mai visto di buon occhio la sua famiglia a causa del colore troppo scuro della sua pelle, sua madre era di origini meridionali e nessuno in paese ha mai accettato il fatto che il padre si sia innamorato di lei e l'abbia sposata.
Ma proprio durante il rito il nemico di ogni abitante di Otera attacca. I Gridamorte.
Esseri enormi dalla forza incredibile. Le loro urla spaccano i timpani di tutti, tutti tranne Deka. Lei li vede prima degli altri e a un suo comando li blocca sul posto e li fa fuggire. Persino i suoi occhi cambiano condannando Deka come impura. Per questo viene uccisa e il suo sangue dorato sparso al suolo.
Ma questo è solo l'inizio della storia perché Deka non è morta. Non può morire. Nemmeno quando suo padre la decapita, neppure quando viene smembrato e bruciata.


«Queste sono le parole esatte del mandato di morte per la tua specie, le parole che ordinano che ogni ragazza di Otera si sottoponga al rituale della pu-rezza in modo che tutti i membri della tua specie siano trovati ed eliminati senza indugio.»


Tutto il libro è un chiaro messaggio di condanna per il patriarcato e un grido di speranza che invita ogni donna a risorgere e combattere per il proprio posto nel mondo. Un inno femminista all'allenza tra sorelle.
L'ambientazione richiama la religione islamica che vede la donna nascosta dai vestiti e che lascia scoperti solo gli occhi, anche se alcune donne portano un velo davanti allo sguardo anche nel libro. La protagonista crede molto in questa religione e nella sottomissione, proprio perché è stata cresciuta con questi insegnamenti, e prega spesso per essere degna del Padre Infinito.
Il libro viene raccontato dal punto di vista della protagonista e non ha una forte componente romance. Solo un accenno di sentimento che però è perfetto e reso profondo con il proseguimento della storia.
La parte più importante del libro è la rinascita della figura femminile e la potenza dell'amicizia.
La scrittura è scorrevole e mantiene un ritmo incalzante per tutta la durata della lettura senza perdere souspence e adrenalina. Infatti l'ho letto in pochi giorni e ho amato ogni personaggio. Soprattutto l'amicizia tra Deka e Britta mi ha emozionato e commosso.

Un'altra creatura che ho amato profondamente è il mutaforma Ixa che può passare dalla forma di gattino blu a drago e volare, difente Deka da ogni pericolo e la protegge quando è senza forze. Altre creature degne di nota sono gli Equus Braima e Masaima, simpatici e sempre con la battuta pronta. 

《Non sono affatto cavalli, sono equus: i signori dei cavalli. Mia ma-dre mi raccontava sempre di come correvano nel deserto, radunando branchi di cavalli e cammelli. Creature simili si aggirano sulle montagne più remote del Nord, ma sono più grandi e molto più pelose. Stranamente, questi equus indossano cappotti pesanti sopra i loro corpi bianchi e lucidi, e portano anche stivali di pelliccia. Deve fare troppo freddo nelle province del Nord per la loro specie.》

Un finale perfetto che lascia spazio per il prossimo libro della saga ma che ha una conclusione per cui si può benissimo leggere senza sentire il bisogno di continuare.






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