Recensione di Finché ci sono stelle da contare

 


Finché ci sono stelle da contare

  • Autore: Maria Martínez
  • Traduttore: Andrea Bigliardi
  • Editore: Corbaccio
  • Collana: Narratori Corbaccio
  • In commercio dal: 9 gennaio 2024
  • Pagine: 480 p., Brossura

Trama

Fin da bambina Maya si è sacrificata anima e corpo per il balletto. È una giovane promessa della Compañía Nacional de Danza di Madrid e gli impresari più prestigiosi hanno scommesso su di lei. Ma un incidente mette bruscamente fine ai suoi sogni: Maya non potrà mai più ballare. Il suo compagno, nel lavoro e nella vita, la tradisce. Il mondo le crolla addosso: la nonna Olga, che sulla nipote proietta tutte le ambizioni frustrate che non ha visto realizzarsi nella figlia, la caccia di casa ritenendola responsabile della sua disgrazia. E così Maya, senza più una prospettiva certa e lontana dalla madre, che si è separata e si è rifatta una famiglia in un'altra città, decide di andare alla ricerca di suo padre, che non ha mai conosciuto. L'unico indizio per trovarlo: una foto. Un luogo: Sorrento. Maya parte per un lungo viaggio di scoperta, di ricordi, di orizzonti inaspettati.

Recensione 

Finché ci sono stelle da contare è il primo libro che leggo dell'autrice spagnola María Martínez. Avevo sentito che questo libro era diventato virale nel Booktok ma non mi aspettavo una storia autoconclusiva che si legge molto velocemente nonostante le sue quasi 500 pagine. In Finché ci sono stelle da contare abbiamo una trama ampia e poi altre molto più piccole che si uniscono per realizzare questa meravigliosa storia.

La protagonista di questa storia si chiama Maya. È una ragazza di ventidue anni la cui intera vita da quando aveva quattro anni è stata dedicata e focalizzata sul balletto. I balletti più prestigiosi del mondo hanno gli occhi puntati su di lei, rendendo il suo futuro promettente e luminoso... ma la vita è capricciosa. Maya subisce un terribile incidente che spezza i suoi sogni: non potrà più ballare professionalmente.

Non solo ha appena perso la carriera e il suo stile di vita, ma sua nonna, la donna che l’ha cresciuta da quando sua madre se n’è andata, la incolpa per quello che è successo.

Maya non sa cosa fare, ma inaspettatamente trova un segreto nascosto in un carillon. Un segreto che la invita a scoprire se stessa... e a volte è tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Al di là della storia, questo libro ha una morale. “Una lezione di vita” perché mentre leggi cambi, “cresci” e maturi con Maya. Si scopre il potere curativo dell'amicizia e dell'amore e l'importanza di combattere le avversità e accettare la verità lasciando che quello che deve accadere, accada. Sebbene il romanzo si concentri su Maya e sul suo percorso verso la verità, ce ne sono anche altri che si distinguono per la loro "crescita". I personaggi secondari sono importanti, molto importanti. Da una parte c'è la famiglia di Maya. Penso che possiamo dividere quella famiglia in due grandi parti. Da una parte i parenti di Madrid. Per me era molto difficile capire la nonna di Maya e, davvero, mi sembrava una persona orribile. 

Il nonno di Maya, molto simpatico, anche se appare solo in poche parti del libro.

La madre di Maya, come si legge nella sinossi, è assente e questo ha condizionato molto la vita della nostra protagonista. Gli zii che la ignorano completamente.

E da una parte la famiglia “italiana” di Maya, sono tutti adorabili, uno di loro è Lucas, che ha diversi colpi di scena nel corso del romanzo, ma con cui entri in empatia molto facilmente. È anche un personaggio che ha molta storia alle spalle. I dialoghi scintillanti con Maya, il modo in cui la loro relazione è progredita, non lo so... è tutto molto lento e l'ho adorato. Leggendolo davvero potevi sentire la tensione che emergeva tra loro.

Sapevo che Finché ci sono stelle da contare era ambientato a Madrid, ma non mi aspettavo questo cambio di location a Sorrento. Sono stata trasportata lì senza sosta... ho sentito il profumo dei limoni, il rumore del mare, quelle tempestose notti estive. Che bel lavoro ha fatto l'autrice nel descrivere tutto!

Mi è piaciuto il fatto che, nonostante il libro sia lungo quasi 500 pagine, il ritmo della storia sia frenetico. Ci sono 79 brevi capitoli narrati dal punto di vista di Maya più un epilogo raccontato dal personaggio maschile e che posso dirvi, mi è piaciuto molto. Penso che i capitoli brevi abbiano aiutato la storia a essere più dinamica e tutto a scorrere meglio.

Ho trovato il finale bellissimo, non solo per la storia d'amore, ma perché il messaggio che il libro lascia è importante: mostrarci per come siamo veramente, provare a scoprirci, accettare che a volte va bene non sapere cosa vogliamo. ..quelle cose che a volte diamo per scontate.

In conclusione della recensione Finché ci stelle da contare, è una lettura che mi è piaciuta molto e che mi ha divertito. È perfetto per staccare dalla quotidianità e per leggere prima di andare a dormire. Forse la trama non è delle più originali, ma è scritta con grande maestria, ricca di belle frasi e di personaggi reali. Sarebbe veramente bello come trasposizione cinematografica. Un film così lo guarderei subito.


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