Ora che eravamo libere Recensione
Buongiorno Meraviglie
Oggi esce in tutte le librerie e store online Ora che eravamo libere di Henriette Roosenburg. Ringrazio Fazi editore per la copia omaggio.
Ora che eravamo libere
Il 27 gennaio è la giornata della memoria per onorare le vittime dell'olocausto. Io ogni anno scelgo di leggere libri la cui storia si svolge durante la seconda guerra mondiale. Questo perché non voglio mai dimenticare. Quest'anno ho scelto di leggere questo memoir scritto dalla giornalista olandese Henriette Roosenburg publicato nel 1957.
Durante l'università diventò staffetta partigiana e successivamente giornalista, fu imprigionata nel 1944 e condannata a morte.
In questo libro ci racconta i giorni di prigionia e la successiva liberazione. La scrittura è fresca e delicata, non fa pesare ciò che ha subito e anzi ne parla con un retrogusto dolceamaro. Non riesco mai a evitare di commuovermi durante la lettura di libri che trattano questo periodo storico, eppure non le trovo letture pesanti, anzi sono interessata a tutta la gamma delle emozioni che leggo. L'amicizia e il sostegno reciproco delle prigioniere, le privazioni e sofferenze, la forza e il coraggio di queste giovani donne mi ricorda tutto ciò che spesso dimentichiamo nella nostra vita piena di comodità.
《Trascorse un momento interminabile durante il quale udimmo porte che si aprivano, detenute che si precipitavano fuori urlando; poi il tintinnio delle chiavi giunse davanti alla nostra cella, la porta si spalancò e noi ci lasciammo su un'orda di donne francesi e su un magro soldato russo con le chiavi.》
Dopo la liberazione Nell, Joke, Fafa, Dries l'unico uomo del gruppo e Zip narratrice della storia si trovano a seicentocinquanta chilometri da casa. La prigione in cui hanno vissuto per nove mesi diventa un'accampamento in cui i prigionieri cercano cibo e vestiti nel paese, nelle fabbriche e nei negozi abbandonati dai tedeschi, non sanno neppure il nome della città ma solo di essere nei pressi della Cecoslovacchia. Non sanno come fare a tornare in Olanda. Nessuno ha programmato un convoglio di rientro per i detenuti liberati e i confini sono presidiati dall'esercito russo. Giorno dopo giorno la prigione si svuota, convogli composti da carri passano a caricare persone per portarle negli accampamenti americani, stipando più possibile i carri. Ma i nostri protagonisti hanno Fafa a cui badare, resa invalida non può camminare e finché non trovano un posto in ospedale per lei non possono partire.
Andando avanti nel racconto scopriamo il loro piano è li seguiamo attraverso il viaggio verso casa. Un viaggio per niente facile, superando difficoltà sempre maggiori.
È sconfortante capire il caos che regnava in quel periodo. C'erano Russi, Francesi, Americani, Inglesi e Tedeschi con cui doversi relazionare. Alcuni buoni e altri no, alcuni aiuteranno i ragazzi fornendo cibo e riparo, mentre altri saranno indifferenti alle loro avversità. Soprattutto l'incontro con degli Skipper olandesi li aiuterà molto nel loro viaggio.
Questo libro rimarrà nel mio cuore per molto tempo. Lo consiglio assolutamente per la scorrevolezza del racconto. Non vi pentirete di averlo letto, anzi vi arricchirà tantissimo.
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